martedì 6 settembre 2016

INTERVISTA AD ALESSIO MASCIULLI E ARTURO BERNAVA ( EDIZIONI IL VIANDANTE)


INTERVISTA AD ALESSIO MASCIULLI E ARTURO BERNAVA 
(EDIZIONI IL VIANDANTE)

 1.      Ciao Alessio e ciao Arturo, grazie per aver accettato questa intervista. Conoscete già la profonda ammirazione che nutro per voi, perché siete molto giovani eppure avete saputo mettervi in gioco in un settore complesso come quello editoriale. Ma iniziamo dal principio. Perché avete deciso di aprire una casa editrice, quando in Italia ce ne sono già oltre diecimila?

ALESSIO: Perché spesso non è la quantità che riempie il piatto ma la qualità di ciò che si mangia. Che ci sono diecimila case editrici è vero ma quanti credono e investono sui libri che pubblicano?
ARTURO: Perché la maggior parte di queste diecimila sono case editrici a pagamento che potremmo definire delle “tipografie camuffate” e non vere e proprie case editrici. Secondo me c’è bisogno di case editrici che facciano “scouting”, nel rispetto degli autori, ma soprattutto dei lettori. Ecco perché è nato Il Viandante.

2.      Quali sono stati i primi riscontri dopo l’inizio di questa avventura e le vostre sensazioni?

ALESSIO: I primi riscontri significativi e gratificanti sono venuti dalla marea di gente che ci sostiene e che si è unita nel nostro cammino, poi tutto quello che si sta muovendo e l’interesse degli scrittori che ci mandano valanghe di proposte. Le nostre sensazioni fino ad oggi sono soltanto positive
ARTURO: Non ci aspettavamo i favori e gli entusiasmi che ci hanno accolti. Sappiamo, però, che alle nostre spalle tramano anche invidie e critiche gratuite, alle quali sorridiamo con sufficienza e di cui non ci curiamo. La sensazione è che ci sia tanto lavoro da svolgere ed è bello poter guardare avanti, in compagnia delle persone che credono in noi e nelle quali noi crediamo.

3.      Come per tutti gli imprenditori o liberi professionisti che siano, però, la strada non è mai tutta in discesa. Quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato nel lavoro e nell’attività di editore?

ALESSIO: Si le difficoltà ci sono ma ce le dividiamo tra me e Arturo e le risolviamo al meglio, gestire tanti autori e tanti eventi non è semplice ma non sempre il semplice è sinonimo di divertimento e noi ci stiamo divertendo tantissimo.
ARTURO: Far capire ad alcuni autori il nostro punto di vista, basato sulla nostra esperienza da scrittori. Molti autori pensano che gli editori debbano stampare 5.000 copie del loro libro e inviarlo ad altrettante librerie che – invece – non hanno alcuna intenzione di averlo (men che meno  di esporlo). Non funziona proprio così…

4.      Passiamo a parlare di libri. Quali sono i titoli a cui vi sentite maggiormente legati e perché?

ALESSIO: Io amo tutti i titoli pubblicati finora ma se ne dovessi scegliere uno opterei per Il cielo sulle spalle di Giovanni Foresta perché è stato il nostro primo libro editato al quale ho lavorato per più di 6 ore di continuo al telefono con l’autore mentre impaginavo il suo testo.
ARTURO: Non posso e non voglio fare preferenze, perché abbiamo pubblicato (relativamente) pochi titoli e non sarebbe giusto nei confronti degli altri. Posso comunque dire, senza timore di offendere nessuno, che “il primo amore non si scorda mai”.

5.      Il titolo più venduto?

ALESSIO: Sempre Giovanni Foresta
ARTURO: Giovanni Foresta, “Il Cielo sulle spalle”. Un libro emozionante.

6.      L’autore che vi ha più sorpreso e per quale motivo.

ALESSIO: Sono ripetitivo, Giovanni Foresta. Il motivo è nella bellezza delle sue poesie.
ARTURO: A me Roberto Centorame, un autore esordiente che ha subito compreso cosa voglia dire “mettersi in gioco”. Mi aspettavo il suo successo, ma i risultati sono andati oltre le previsioni. E c’è ancora molto da fare.

7.      vi è mai capitato di essere stata in dubbio sulla scelta di un testo da pubblicare, ma di esservi dovuti poi ricredere, in base ai riscontri ottenuti?

ALESSIO: Di solito non abbiamo molti dubbi e se non siamo totalmente convinti di un’opera o di un autore lo scartiamo. Poi ovvio non siamo macchine perfette e può capitare di restare piacevolmente stupiti o tristemente delusi.
ARTURO: No, perché valutiamo davvero molto attentamente gli autori da pubblicare, quindi ci aspettiamo sempre grandi successi. Semmai, purtroppo, è accaduto il contrario: alcuni autori, pubblicato il proprio libro, non si sono spesi per niente per la promozione e i risultati sono stati conseguenti. Ma ci sta. Per fortuna che sono stati casi limitatissimi, altrimenti non saremmo qui a parlare di un successo, ma ad analizzare un flop.

8.      Adesso affrontiamo il tema spinoso della crisi. Sono tanti gli esercizi commerciali, soprattutto librerie, che sono costretti a chiudere in giro per l’Italia. Un fenomeno terribile per chi lavora in questo settore da generazioni. Come affronta l’editoria italiana questo momento, secondo voi?

ALESSIO: A questo non abbiamo mai pensato per ora perché credo che ogni attività in Italia se svolta con estrema passione e innovazione sia in grado di abbattere o almeno aggirare questa crisi. L’editoria a pagamento forse ne risente più in quanto se gli autori diminuiscono, diminuiscono anche le entrate.
ARTURO: Con la passione. Ti faccio un esempio. Anni fa, con l’avvento della grande distribuzione alimentare, i piccoli negozietti sembravano spacciati. Una coppia di ragazzi ha aperto un alimentari sotto casa mia. Gli diedi sei mesi di vita, invece dopo quindici anni sono ancora lì e lavorano alla grande. Perché? Perché si sono dati da fare: alla fine del loro lavoro in negozio si facevano (e si fanno) il giro del quartiere per consegnare la merce a domicilio, consigliano ricette, sono sempre disponibili. Le librerie non possono e non devono fare concorrenza alla grande distribuzione o agli store on line, ma devono imporsi come punto di riferimento culturale, valorizzando le proprie peculiarità.

9.      Il web ha rivoluzionato il modo di fare editoria, di promuovere e di vendere i libri. Credete sia stato un bene o un’evoluzione di cui potevamo fare a meno?

ALESSIO: Assolutamente un bene. Quale mezzo migliore per arrivare a tanta gente con precisione e professionalità?
ARTURO: È di certo un bene e ogni evoluzione, se presa per il verso giusto, è positiva. Tutto sta nel capirne il senso e adeguarsi o adeguarla alle nostre esigenze.

10.  Entriamo nel tecnico. Promuovere on-line un libro: quali sono i pro e quali i contro?

ALESSIO: Forse i contro non ci sono perché la promozione di un libro è sempre buona e utile su ogni scala. Bisogna organizzarsi e non sovrapporsi a se stessi e soprattutto mirare e gestire al meglio la promozione.
ARTURO: I pro sono – evidentemente - che riesci a raggiungere un pubblico molto più vasto in meno tempo. E non è un pro da sottovalutare. Il contro – ma più che di contro, parlerei di rischio – è che si perde il contatto visivo con il lettore. Lo stare di fronte ai propri lettori, incontrarli, guardarli negli occhi è per uno scrittore fondamentale sia per percepirne gli umori, sia per comunicare anche mediante il linguaggio para-verbale che – come noto – rappresenta la parte più importante della comunicazione.




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