
INTERVISTA AD ALESSIO MASCIULLI E ARTURO BERNAVA
(EDIZIONI IL VIANDANTE)
1. Ciao Alessio e ciao Arturo, grazie per aver
accettato questa intervista. Conoscete già la profonda ammirazione che nutro
per voi, perché siete molto giovani eppure avete saputo mettervi in gioco in un
settore complesso come quello editoriale. Ma iniziamo dal principio. Perché
avete deciso di aprire una casa editrice, quando in Italia ce ne sono già oltre
diecimila?
ALESSIO: Perché spesso non è la
quantità che riempie il piatto ma la qualità di ciò che si mangia. Che ci sono
diecimila case editrici è vero ma quanti credono e investono sui libri che
pubblicano?
ARTURO: Perché la maggior parte
di queste diecimila sono case
editrici a pagamento che potremmo definire delle “tipografie camuffate” e non
vere e proprie case editrici. Secondo me c’è bisogno di case editrici che
facciano “scouting”, nel rispetto degli autori, ma soprattutto dei lettori.
Ecco perché è nato Il Viandante.
2. Quali sono stati i primi riscontri dopo
l’inizio di questa avventura e le vostre sensazioni?
ALESSIO: I primi riscontri
significativi e gratificanti sono venuti dalla marea di gente che ci sostiene e
che si è unita nel nostro cammino, poi tutto quello che si sta muovendo e
l’interesse degli scrittori che ci mandano valanghe di proposte. Le nostre
sensazioni fino ad oggi sono soltanto positive
ARTURO: Non ci aspettavamo i
favori e gli entusiasmi che ci hanno accolti. Sappiamo, però, che alle nostre
spalle tramano anche invidie e critiche gratuite, alle quali sorridiamo con
sufficienza e di cui non ci curiamo. La sensazione è che ci sia tanto lavoro da
svolgere ed è bello poter guardare avanti, in compagnia delle persone che
credono in noi e nelle quali noi crediamo.
3. Come per tutti gli imprenditori o liberi
professionisti che siano, però, la strada non è mai tutta in discesa. Quali
sono le maggiori difficoltà che avete incontrato nel lavoro e nell’attività di
editore?
ALESSIO: Si le difficoltà ci sono ma ce
le dividiamo tra me e Arturo e le risolviamo al meglio, gestire tanti autori e
tanti eventi non è semplice ma non sempre il semplice è sinonimo di
divertimento e noi ci stiamo divertendo tantissimo.
ARTURO: Far capire ad alcuni
autori il nostro punto di vista, basato sulla nostra esperienza da scrittori.
Molti autori pensano che gli editori debbano stampare 5.000 copie del loro
libro e inviarlo ad altrettante librerie che – invece – non hanno alcuna
intenzione di averlo (men che meno di
esporlo). Non funziona proprio così…
4. Passiamo a parlare di libri. Quali sono i
titoli a cui vi sentite maggiormente legati e perché?
ALESSIO: Io amo tutti i titoli
pubblicati finora ma se ne dovessi scegliere uno opterei per Il cielo sulle
spalle di Giovanni Foresta perché è stato il nostro primo libro editato al
quale ho lavorato per più di 6 ore di continuo al telefono con l’autore mentre
impaginavo il suo testo.
ARTURO: Non posso e non voglio
fare preferenze, perché abbiamo pubblicato (relativamente) pochi titoli e non
sarebbe giusto nei confronti degli altri. Posso comunque dire, senza timore di
offendere nessuno, che “il primo amore non si scorda mai”.
5. Il titolo più venduto?
ALESSIO: Sempre Giovanni Foresta
ARTURO: Giovanni Foresta, “Il
Cielo sulle spalle”. Un libro emozionante.
6. L’autore che vi ha più sorpreso e per quale
motivo.
ALESSIO: Sono ripetitivo, Giovanni
Foresta. Il motivo è nella bellezza delle sue poesie.
ARTURO: A me Roberto Centorame,
un autore esordiente che ha subito compreso cosa voglia dire “mettersi in
gioco”. Mi aspettavo il suo successo, ma i risultati sono andati oltre le
previsioni. E c’è ancora molto da fare.
7. vi è mai capitato di essere stata in dubbio
sulla scelta di un testo da pubblicare, ma di esservi dovuti poi ricredere, in
base ai riscontri ottenuti?
ALESSIO: Di solito non abbiamo molti
dubbi e se non siamo totalmente convinti di un’opera o di un autore lo
scartiamo. Poi ovvio non siamo macchine perfette e può capitare di restare
piacevolmente stupiti o tristemente delusi.
ARTURO: No, perché valutiamo
davvero molto attentamente gli autori da pubblicare, quindi ci aspettiamo
sempre grandi successi. Semmai, purtroppo, è accaduto il contrario: alcuni
autori, pubblicato il proprio libro, non si sono spesi per niente per la
promozione e i risultati sono stati conseguenti. Ma ci sta. Per fortuna che
sono stati casi limitatissimi, altrimenti non saremmo qui a parlare di un
successo, ma ad analizzare un flop.
8. Adesso affrontiamo il tema spinoso della
crisi. Sono tanti gli esercizi commerciali, soprattutto librerie, che sono
costretti a chiudere in giro per l’Italia. Un fenomeno terribile per chi lavora
in questo settore da generazioni. Come affronta l’editoria italiana questo
momento, secondo voi?
ALESSIO: A questo non abbiamo mai
pensato per ora perché credo che ogni attività in Italia se svolta con estrema
passione e innovazione sia in grado di abbattere o almeno aggirare questa
crisi. L’editoria a pagamento forse ne risente più in quanto se gli autori
diminuiscono, diminuiscono anche le entrate.
ARTURO: Con la passione. Ti
faccio un esempio. Anni fa, con l’avvento della grande distribuzione
alimentare, i piccoli negozietti sembravano spacciati. Una coppia di ragazzi ha
aperto un alimentari sotto casa mia. Gli diedi sei mesi di vita, invece dopo
quindici anni sono ancora lì e lavorano alla grande. Perché? Perché si sono
dati da fare: alla fine del loro lavoro in negozio si facevano (e si fanno) il
giro del quartiere per consegnare la merce a domicilio, consigliano ricette,
sono sempre disponibili. Le librerie non possono e non devono fare concorrenza
alla grande distribuzione o agli store on line, ma devono imporsi come punto di
riferimento culturale, valorizzando le proprie
peculiarità.
9. Il web ha rivoluzionato il modo di fare
editoria, di promuovere e di vendere i libri. Credete sia stato un bene o
un’evoluzione di cui potevamo fare a meno?
ALESSIO: Assolutamente un bene. Quale
mezzo migliore per arrivare a tanta gente con precisione e professionalità?
ARTURO: È di certo un bene e ogni
evoluzione, se presa per il verso giusto, è positiva. Tutto sta nel capirne il
senso e adeguarsi o adeguarla alle nostre esigenze.
10. Entriamo nel tecnico. Promuovere on-line un
libro: quali sono i pro e quali i contro?
ALESSIO: Forse i contro non ci sono
perché la promozione di un libro è sempre buona e utile su ogni scala. Bisogna
organizzarsi e non sovrapporsi a se stessi e soprattutto mirare e gestire al
meglio la promozione.
ARTURO: I pro sono –
evidentemente - che riesci a raggiungere un pubblico molto più vasto in meno
tempo. E non è un pro da sottovalutare. Il contro – ma più che di contro,
parlerei di rischio – è che si perde il contatto visivo con il lettore.
Lo stare di fronte ai propri lettori, incontrarli, guardarli negli occhi è per
uno scrittore fondamentale sia per percepirne gli umori, sia per comunicare
anche mediante il linguaggio para-verbale che – come noto – rappresenta la
parte più importante della comunicazione.

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